I DUE DIRETTORI A CONFRONTO! INTERVISTA AL DIRETTORE Roberto Rossolini
Il Vivarelli

I DUE DIRETTORI A CONFRONTO! INTERVISTA AL DIRETTORE Roberto Rossolini

Mag 2, 2025

Il Convitto dell’Istituto Tecnico Agrario “Morea-Vivarelli”: una comunità educante, un cuore pulsante di storia.

L’Istituto Tecnico Agrario “Morea-Vivarelli” di Fabriano non è solo un centro di eccellenza nell’ambito dell’agricoltura, allevamento e dell’enogastronomia, ma custodisce un vero e proprio gioiello: il suo storico Convitto. Da ben 143 anni il Convitto rappresenta un elemento distintivo dell’Istituto, offrendo a studenti provenienti da diverse località la possibilità di frequentare la scuola e di vivere un’esperienza formativa a 360 gradi. Con una solida tradizione alle spalle e un rinnovato impegno verso il futuro, il Convitto si pone come un ambiente stimolante dove apprendimento, socializzazione e crescita personale si fondono. Per conoscere più da vicino questa importante realtà, abbiamo incontrato il Direttore del Convitto, il Dott. Roberto Rossolini, con il quale abbiamo avuto una conversazione approfondita sul presente e sul futuro di questa istituzione.

Giornalino “Il Cappuccino”: Dottor Rossolini, il Convitto ha una storia lunga e significativa per l’Istituto “Morea-Vivarelli”. Qual è, a suo parere, il ruolo fondamentale che il Convitto ha svolto e continua a svolgere per gli studenti e per la scuola nel suo complesso?

Dott. Roberto Rossolini: Il nostro Istituto è uno e “trino”, per questo rappresenta una realtà così complessa. E’ “trino” perché è Scuola, Convitto e Azienda agraria insieme. Da quando, nell’ormai lontano 01/09/2016, ho assunto  l’incarico che tuttora ricopro in qualità di collaboratore del Dirigente scolastico, ho sempre cercato di valorizzare l’unità dell’Istituto, in questa sua complessità.

Ciò premesso, posso dire che il Convitto ha sempre rappresentato il “biglietto da visita” dell’Istituto, illustrandone la nostra peculiarità rispetto al panorama delle altre realtà scolastiche sul territorio. Intanto il Convitto, se da un lato garantisce all’Istituto la sua consistenza numerica, dall’altro incarna il suo senso di appartenenza, direi, la sua anima più profonda. L’alunno convittore “abita” nell’Istituto e lo vive in una dimensione diversa dalla normale frequentazione scolastica. Su questo potrei dissertare a lungo, ma, per sintetizzare il concetto, basta ascoltare le testimonianze dei nostri ex alunni convittori, le loro parole di sincero attaccamento, la loro commozione nel raccontare un percorso di crescita e di maturazione che non ha eguali. Io amo sempre dire che li abbiamo presi ragazzini e li abbiamo fatti diventare uomini e donne. Ecco, direi che sia questo il ruolo del convitto, la sua mission: educare i nostri ragazzi alla vita.

Giornalino “Il Cappuccino”: La “mission” del Convitto sottolinea l’importanza di agevolare la frequenza scolastica e di offrire un supporto formativo umano e culturale. Come si traduce concretamente questo impegno nella vita quotidiana dei convittori e dei semiconvittori?

Dott. Roberto Rossolini: Come sapete, io sono in questo Istituto ormai da una vita e sono rimasto l’ultimo ancora in servizio ad aver visto il Vivarelli com’era nel suo assetto post-ottocentesco e novecentesco, quando ancora non erano subentrate le ultime ristrutturazioni legate al terremoto del ’97 e successive modificazioni e trasformazioni attuate dalla Provincia. Nell’era della modernità il Convitto si è adattato, negli anni, alle trasformazioni sociali e culturali di fronte alle quali la scuola si è trovata ad operare, ma questo sempre nel rispetto delle sue tradizioni più belle e delle regole fondamentali che sono alla base della sopravvivenza di una comunità educativa quale noi siamo.

Oggi una delle nostre sfide sul campo è rappresentata dal costante impegno nel costruire nei ragazzi la piena consapevolezza del ruolo non meramente ricettivo, ma educativo del Convitto, in stretta sinergia con la scuola. Questo impegno formativo si traduce nello sforzo quotidiano degli educatori e delle educatrici di rappresentare per i convittori e per i semiconvittori figure di riferimento nell’arco dell’intera giornata e di tutta la settimana, nell’intento di offrire ai convittori ed ai semiconvittori un ambiente sereno ed educativamente coerente, dove poter maturare in modo armonico ed equilibrato la propria personalità. Gli educatori e le educatrici rappresentano, dunque, per i convittori ed i semiconvittori le fondamentali figure di riferimento nella loro esperienza scolastico-convittuale al Vivarelli, dall’organizzazione in aula per i compiti pomeridiani, alle attività ricreative e ludiche, in generale alla sicurezza di poter contare su una mano sempre disponibile a far loro da guida nel mare in tempesta dell’impervia traversata adolescenziale.

Giornalino “Il Cappuccino”: Il Convitto dispone di spazi attrezzati per diverse attività, come la sala giochi, l’aula musica, la palestra e persino un orto. Quali sono le attività più apprezzate dai ragazzi e casa manca o dovrebbe essere aggiunto? Ad esempio ci sono state richieste da parte degli studenti riguardo altri spazi o attività?

Dott. Roberto Rossolini: Purtroppo in questa fase stiamo vivendo un problema legato agli spazi, a causa dei lavori di ristrutturazione che la Provincia ha deciso di avviare nel nostro edificio, che, come sapete, è un antico convento cappuccino, trasformato in Istituto scolastico nel lontano 1882. Allo stato attuale, quindi, le legittime richieste degli studenti e le conseguenti nostre difficoltà organizzative riguardano proprio la contrazione di spazi che i lavori della Provincia stanno comportando. Per quanto riguarda invece le numerose iniziative che portiamo avanti in convitto sintetizzerei così: il “Progetto Orto” in primis, è l’attività più gradita ai ragazzi. Sono ormai tantissimi anni che sono il referente ed il coordinatore di questo progetto e posso dire che i ragazzi hanno sempre partecipato con interesse alla sua realizzazione, anche nel periodo difficile del covid, senza mai interromperne l’attuazione. Abbiamo realizzato piccole produzioni di ortaggi e legumi a Km 0 da consumare con soddisfazione dei ragazzi nella mensa del Convitto. Negli ultimi anni, attraverso una convenzione tra i Dirigenti scolastici del nostro Istituto e della confinante Scuola Primaria “Allegretto di Nuzio”, forniamo assistenza e supporto nella realizzazione di un analogo progetto in quel plesso a noi limitrofo. Infine, da quest’anno scolastico, il “Progetto Orto” si è maggiormente strutturato e si è arricchito di contenuti e competenze grazie alla preziosa collaborazione con l’Azienda Agraria. Questo ci ha consentito di superare alcune difficoltà operative legate alla sicurezza nell’utilizzo degli strumenti di lavoro, con la supervisione di personale competente nel settore specifico. In questo senso la sinergia fra i due comparti annessi all’Istituto, nella quale ho sempre creduto fortemente, d’accordo col collega omologo dell’Azienda agraria, si è rafforzata ed ha assunto carattere strutturale, a totale beneficio del progetto e dei nostri ragazzi.

Come accennato sopra, in Convitto vengono svolte altre svariate attività (anche elencate nella domanda stessa in relazione agli spazi ad esse dedicati) ed uscite di interscambio con altre realtà sul territorio (“Le convittiadi”), ma, per concludere, vorrei elencarne alcune che fanno parte delle nostre più antiche e belle tradizioni: la festa-cena di Natale, la festa di Carnevale, la festa-cena di fine anno scolastico.

Giornalino “Il Cappuccino”: Sappiamo che attualmente il Convitto sta vivendo una fase di ridimensionamento a causa di importanti lavori che interessano un’area significativa della scuola. Qual è la situazione attuale, quando finiranno e quali benefici si prevedono al termine di questi interventi?

Dott. Roberto Rossolini: Questa, come si suol dire, è una domanda da un milione di dollari…! Riprendo il discorso già toccato sopra. La situazione attuale comporta una forte contrazione degli spazi vivibili ed una complessa condivisione con la scuola di quelli rimasti fruibili. Il mio comparto convittuale, a causa dei lavori della Provincia, è stato costretto a concedere alcune camere del convitto maschile alla scuola, in quanto, come sapete, il lotto aule scolastiche è stato il primo ad essere interessato dalla ristrutturazione. Vi lascio immaginare le difficoltà che questo comporta per noi tutti. Secondo i piani, ancora non smentiti dalla Provincia, il prossimo anno il Convitto dovrebbe addirittura essere trasferito nella non lontana struttura ex casa di riposo di San Biagio (in centro), in quanto i lavori stanno già attualmente lambendo le strutture convittuali.

Proprio qualche giorno fa il Dirigente scolastico mi parlava di queste problematiche e della questione ancora non chiara delle tempistiche dell’impresa.

Tuttavia, non dipendendo tutto questo da nostre decisioni, non posso esprimere nessuna certezza in merito. La Provincia è l’unica che può svelare l’arcano… Ci attendiamo a breve una comunicazione certa e definitiva.

Giornalino “Il Cappuccino”: Quali sono le sue aspettative per il futuro del Convitto una volta completati i lavori di riqualificazione?

Dott. Roberto Rossolini: Se sgombriamo il campo da tutti i dubbi e dalle incertezze di cui parlavamo sopra, io sogno un convitto che possa riprendere possesso della sua sede storica, con la restituzione di tutti i suoi spazi e dei suoi servizi, migliorati e resi ancora più vivibili dai lavori di ristrutturazione, a beneficio degli studenti convittori e semiconvittori. Immagino un Convitto rinnovato nei suoi ambienti più bisognosi di intervento, che possa ritrovare presto la possibilità di sviluppare a pieno tutte le sue potenzialità educative. Rivolgo particolare attenzione alla sua grande risorsa conviviale: la mensa, che orgogliosamente conserva il suo originario carattere distintivo di somministrazione dei pasti con servizio ai tavoli (no self-service), da sempre fiore all’occhiello della nostra Istituzione educativa. Lasciati alle spalle tutti gli impedimenti logistici e le ristrettezze organizzative che attualmente ci limitano causa lavori, sogno un convitto che abbia la possibilità di guardare lontano, attraverso la promozione e la realizzazione, nella nostra bella ed antica sede, di iniziative di interscambio fra Convitti, convegni culturali legati al mondo della scuola e dell’educazione, come del resto avevamo iniziato a fare con successo prima dei lavori. Mi piacerebbe che il “Progetto Orto” trovasse davvero la forza per riuscire a recuperare lo spazio verde davanti alla foresteria del Convitto “Casa Passarini” (la seconda foresteria del Convitto è “Casa Gatti”), trasformandolo in un parco verde, a potenziamento del senso di appartenenza all’Istituzione educativa, in linea con la vocazione “green” dell’Istituto.

Ora, per tornare allo spirito della domanda, nell’arco di questi ultimi anni prima della pensione, sogno un Convitto tornato al suo splendore, rinnovato nelle strutture e nelle risorse, capace di esprimere fino in fondo le sue potenzialità di accoglienza e promozione educativa, culturale e gastronomica. 

E’ il sincero augurio che faccio dal profondo del cuore a questo Istituto e al suo Convitto.

L’intervista con il Dott. Roberto Rossolini, direttore del Convitto, ci ha permesso di comprendere appieno il valore e la vitalità dell’Istituzione educativa annessa all’Istituto Tecnico Agrario “Morea-Vivarelli”. Nonostante la temporanea fase di ridimensionamento dovuta ai lavori in corso, l’entusiasmo e la visione del Direttore lasciano presagire un futuro ancora più ricco di opportunità per i convittori e per l’intera comunità scolastica. Invitiamo i nostri lettori a visitare il sito web dell’istituto per ammirare le fotografie degli spazi del Convitto e per visualizzare il video di presentazione, per immergersi virtualmente in questa realtà accogliente e formativa che rappresenta un vero fiore all’occhiello per il nostro istituto. Di seguito alcune foto delle attività e della vita dei convittori.

Il video di seguito, realizzato dai ragazzi cattura il dinamismo e la vibrante energia che si respirano nel convitto.