
Doppia Intervista: Prof.ssa Nadia Girolamini – Prof. Emiliano Meccoli
Conosciamo alcune curiosità di due docenti dell’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli che hanno frequentato questa scuola anni fa. Nadia Girolamini, docente di enologia e gestione dell’ambiente e del territorio ed Emiliano Meccoli, insegnante tecnico pratico di varie discipline in ambito agrario
- Come mai ha scelto l’Istituto Tecnico Agrario come scuola superiore?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Ho scelto questa scuola perché sono nata e cresciuta a stretto contatto con la natura: a casa avevamo una vigna, una piccola cantina, l’orto e animali da cortile. Mi piaceva fare i lavori nei campi e portare il trattore. L’ambiente rurale mi ha sempre trasmesso valori autentici e un forte legame con la terra. All’uscita dalla scuola media ero stata orientata al liceo scientifico, ma visitando l’istituto agrario mi è subito piaciuto. E, lo ammetto con un sorriso, anche il fatto che un ragazzo che mi piaceva frequentasse questa scuola ha avuto il suo peso nella decisione… in fondo, al cuore non si comanda!
Prof. Emiliano Meccoli: Scelsi questo istituto perché ho sempre avuto una grande passione per le piante e gli animali. Frequentarlo come studente mi sembrò la scelta più naturale per coltivare i miei interessi e soddisfare le mie curiosità. - Com’era la scuola quando la frequentavate come studenti?
Prof.ssa Nadia Girolamini: La scuola era diversa perché anche noi ragazzi lo eravamo: io sto notando cambiamento rapido negli studenti al quale non è facile far fronte. Ho frequentato solo in parte la scuola intesa come lo stabile dove siamo ora, infatti, per via del forte terremoto del 1997, siamo stati trasferiti presso l’ITIS Merloni Miliani di Fabriano ed è lì che poi mi sono diplomata. E’ stato un grosso cambiamento in quanto non avevamo a portata di mano i nostri laboratori caratteristici ma siamo stati bene e ben accolti. La nostra scuola la ricordo molto luminosa, spaziosa e poi la vista sui campi le dà una marcia in più. Per questo non vedo l’ora che ci si possa riappropriare, con la ristrutturazione, di tutti gli spazi ora inagibili.
Prof. Emiliano Meccoli: Era una scuola piuttosto esigente nella didattica e richiedeva un comportamento improntato alla serietà e al senso di responsabilità. Mi ha dato davvero tanto ma ha preteso molto impegno. - Quale lavoro avreste fatto se non aveste insegnato?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Prima di essere insegnante ho avuto l’opportunità di fare diversi lavori, tutti molto interessanti e che mi hanno appassionato e formato: ho lavorato in uno studio agronomico, presso l’Unione Montana Esino Frasassi in particolare nella sezione del Parco, come guida naturalistica presso l’Aula Verde di Valleremita e, per tanti anni, una decina quasi, come segretaria e tecnico aziendale presso un’azienda agricola ed agrituristica del territorio. Quest’ultima esperienza mi ha veramente aperto un mondo e mi ha dato la possibilità di acquisire numerose competenze anche in ambito amministrativo, contabile, agricolo e di relazione con le persone, grazie alla fiducia riposta in me dai titolari. Avrei continuato volentieri questo impiego.
Prof. Emiliano Meccoli: Prima di insegnare ho lavorato per molti anni come medico veterinario. Se dovessi pensare a un percorso universitario alternativo probabilmente sceglierei Fisica, in ambito astrofisico. - Quali sono stati i suoi studi dopo il diploma?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Dopo il diploma ho avvertito stanchezza e non avevo voglia di proseguire gli studi tanto che mi ero iscritta ad un corso sull’agricoltura biologica che dava un semplice attestato. Poi, un bel giorno, mi sono ritrovata iscritta a sorpresa da mia sorella all’Università Politecnica delle Marche che quell’anno aveva attivato un corso a Fabriano. Ad oggi non posso che ringraziarla, perché ho passato degli anni veramente belli, ho conosciuto compagni e docenti diventati amici per la vita e mi sono divertita tanto. Il corso si chiamava Gestione delle risorse nei territori montani e a livello di piano di studi era una via di mezzo tra agraria e forestale. Poi ho proseguito con la Laurea Specialistica in Scienze e Tecnologie Agrarie e dopo questi studi, inserendomi nel mondo della scuola, ho frequentato due corsi di specializzazione per le attività di sostegno e poi, i colleghi lo sanno bene (e mi prendono scherzosamente in giro), con numerosi concorsi!
Prof. Emiliano Meccoli: Dopo il diploma ho conseguito la laurea in Medicina Veterinaria. Alcuni anni dopo ho conseguito anche una laurea triennale in Scienze Naturali. - Ha qualche hobby/ passione da raccontare alla redazione?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Ho diversi hobby: mi piace la fotografia (tanto che stresso tutti, in qualità di referente orientamento social, per le foto dei vari eventi scolastici!), il giardinaggio ma la mia più grande passione fin da bambina è la musica: fin da piccola amavo il canto, da adolescente ho iniziato lo studio della fisarmonica, poi dell’organetto perché sono stata sempre incuriosita ed affascinata dalle tradizioni popolari, come il Cantamaggio rispetto al quale ho fatto una “capa tanta” a tutti gli studenti che ho avuto! Suono l’organo nella mia parrocchia e canto e negli ultimi anni questa mia passione è stata supportata da uno studio più importante legato al repertorio lirico che mi sta portando delle belle soddisfazioni e momenti di gioia da vivere in prima persona io e, spero, anche gli altri.
Prof. Emiliano Meccoli: Mi piace molto andare al cinema e guardare serie TV. Amo anche viaggiare sia all’estero che scoprire i piccoli paesi vicino a casa, perché comunque ogni posto ha qualche storia da raccontare. - Vino o birra?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Bella domanda, risponderei acqua o crodino ma non posso essendo anche docente di enologia! Diciamo che non sono una bevitrice anche se, ricordo con il sorriso, il fatto che a scuola avevo tra i vari soprannomi “alcol”, per prendermi in giro sul fatto che non bevevo ma avevo le guance sempre rosse (per via della couperose). Se capita l’occasione posso assaggiare un goccio di vino ma mi va subito alla testa per cui cerco di evitare, tanto che sono l’autista ufficiale di tutti i miei amici (mi piace molto guidare). La birra proprio non mi piace invece, per cui, viva il vino, preferisco il rosso o il bianco ma frizzantino!
Prof. Emiliano Meccoli: Acqua! - Favorevole o contrario al biologico?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Penso che l’approccio biologico sia uno dei modelli sostenibili validi per la riduzione degli impatti ambientali, per la tutela della biodiversità e per la rigenerazione del suolo: nel tempo, le scelte legate al solo aumento della produzione, hanno determinato problemi a livello ambientale. Credo che si debba continuare con la ricerca in questo campo, sensibilizzare i consumatori (non tutto ciò che è consentito, o naturale non ha controindicazioni), prevedere seri controlli ma anche sostegni economici agli agricoltori e normative adatte.
Prof. Emiliano Meccoli: Sono favorevole al biologico. Naturalmente ciò comporta un aumento dei costi di produzione e di conseguenza dei prezzi sullo scaffale, che non tutti possono sostenere. In un’ottica di sostenibilità sociale, in particolar modo se guardiamo a livello globale, è necessario riflettere sull’utilizzo dell’agricoltura integrata come porta di primo accesso al biologico puro. - E’ a favore del motore elettrico?
Prof.ssa Nadia Girolamini: E’ una tecnologia che non conosco bene, sembra essere promettente per la riduzione delle emissioni. Tuttavia, il suo impatto ambientale complessivo dipende da vari fattori, tra cui quali energie vengono usate in partenza per la produzione dell’elettricità, i materiali utilizzati per le batterie e il loro smaltimento. Anche in questo ambito penso che dovrebbe proseguire la ricerca per trovare forme di mobilità sostenibili per la transizione green.
Prof. Emiliano Meccoli: Se ci limitiamo al solo motore, la risposta è sì. Semplificando il motore elettrico ha un rendimento del 90% circa, contro il 40% (nel migliore dei casi) del motore endotermico: non c’è paragone. Nel campo Automotive, i problemi da affrontare semmai sono quelli della sostenibilità del ciclo di vita degli accumulatori e dell’origine dell’energia elettrica necessaria per ricaricarli. - Quale è il suo libro preferito?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Il mio libro preferito è l’ultimo che leggo: al momento è un libro di chimica viticolo-enologica.
Prof. Emiliano Meccoli: Vorrei citarne due: un romanzo di Cormac McCarthy, La strada, che lessi praticamente in un giorno e mi segnò profondamente, e un’ironica autobiografia, La mia famiglia e altri animali, di Gerald Durrell, che racconta l’infanzia del celebre naturalista sull’isola di Corfù. - Carnivoro o vegetariano?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Mi piace un po’ di tutto e, pur limitando il consumo di carne, non la escludo del tutto dalla mia dieta. Apprezzo molto le verdure, soprattutto sotto forma di zuppe, magari abbinate ai legumi: una vera coccola calda. Quando scelgo di mangiare carne, preferisco quella proveniente da animali macellati in età più avanzata. In generale, cerco sempre di privilegiare prodotti locali: per me è questo l’aspetto più importante. Credo che, in fondo, una dieta quanto più varia possibile sia la scelta migliore.
Prof. Emiliano Meccoli: Io mangio anche carne. Tuttavia credo che con una popolazione di 8 miliardi di persone sia il momento di ripensare le modalità di approvvigionamento di proteine di alta qualità, per motivi etici e di impatto ambientale. Non dovremmo aver paura di valutare e intraprendere strade alternative, quali le colture cellulari o gli insetti, purché siano sempre garantiti alti standard di qualità e sicurezza igienico-sanitaria. - Cosa ne pensa dell’altro intervistato?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Ho conosciuto Emiliano due anni fa nell’aula di scienze (ridateci quell’aula!), in presenza di altri colleghi. Da allora siamo rimasti in contatto grazie ai vari concorsi scolastici che abbiamo preparato insieme. Lo considero una persona molto competente, soprattutto nei suoi ambiti: quello veterinario e quello botanico. È volenteroso, disponibile e ha davvero a cuore la riuscita degli studenti. Sono felice che sia entrato a far parte della nostra scuola: credo che potremo collaborare davvero bene.
Prof. Emiliano Meccoli: Nadia rappresenta per me un assoluto punto di riferimento personale e professionale, perché ha sempre dimostrato incondizionata disponibilità, incrollabile dedizione al lavoro e di saper essere di esempio. - Il suo collega preferito?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Non ho un collega preferito, in generale vado d’accordo con gli altri; naturalmente con chi si collabora più strettamente, il rapporto tende a consolidarsi. Il bello della scuola è che siamo tutti diversi: c’è chi è più collaborativo, chi ha una grande competenza tecnica ed anni di esperienza, chi riesce a creare un clima positivo e disteso, chi sa sdrammatizzare con ironia. Devo dire che da quando ho iniziato a lavorare qui, mi sono sentita veramente accolta e aiutata da tutti coloro con cui ho collaborato e ho potuto imparare tanto dagli altri. Se devo citare un nome direi Lorenza Saturni che è stata la docente con cui ho lavorato nella mia primissima esperienza scolastica, come sua ITP all’Istituto Professionale Agrario di Jesi.
Prof. Emiliano Meccoli: In questa scuola mi sono trovato sin da subito a mio agio, sono stato accolto da tutti i colleghi davvero con calore e attenzione. Mi sento comunque di nominare Lorenzo Cingolani che ho conosciuto nel mio primo giorno qui, del quale ammiro la spiccata empatia e l’innata capacità di costruire un rapporto positivo con tutti gli alunni, nonché la caparbietà evidenziata nel portare avanti il proprio percorso. - La sua classe preferita?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Sulla mia classe preferita non posso sbilanciarmi: ce ne sono diverse a pari merito. In particolare ho sempre nel cuore una classe di qualche anno fa nella quale mi sono sentita valorizzata ed utile, in cui ho sentito di aver fatto la differenza per qualcuno. Ecco, solitamente le mie classi preferite sono queste, quelle che comprendono il mio obiettivo finale: trasmettere la passione per la vita, di avere stima in se stessi e il coraggio di fare scelte con la propria testa.
Prof. Emiliano Meccoli: Ogni classe ha qualcosa di speciale: alcune mi colpiscono per l’energia, altre per la sensibilità o per il legame che si crea, quindi è difficile dire se ne ho una preferita. Tuttavia, con le terze classi lavoro molto bene: c’è un bel clima collaborativo e spesso emerge un buon equilibrio tra serietà e partecipazione. - Cosa si augura per il futuro della scuola?
Prof.ssa Nadia Girolamini: Mi auguro che questa scuola possa essere, come forse lo era di più in passato, al centro della comunità come volano di valori positivi legati alla cura dell’ambiente, al benessere della persona e alla produzione sostenibile di cibo. L’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli può offrire numerose opportunità sia agli studenti che alla cittadinanza, con i numerosi laboratori, gli spazi all’aperto, la stalla e con le attività proposte come corsi per appassionati e professionisti del settore e le collaborazioni con le università del territorio. Mi auguro che i laboratori possano essere potenziati e che ci venga restituita la scuola tutta intera. Conoscere il mondo agricolo è importante per responsabilizzare il cittadino di domani.
Prof. Emiliano Meccoli: Mi auguro che sappia seguire l’evolversi della società e dell’etica, affrontando e se possibile anticipando senza timori e pregiudizi le sfide imposte dal calo demografico, dai cambiamenti climatici e dalla rivoluzione che la gestione del territorio, le produzioni vegetali e animali attraverseranno nei prossimi anni.


Tutta la redazione ringrazia queste due colonne dell’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli che hanno risposto alle Nostre domande. Alla prossima intervista.